Cercando su internet frasi che potessero darmi l’ispirazione per scrivere, mi sono imbattuta in una citazione del filosofo Kierkegaard, che ritengo molto bella ma soprattutto attuale.
Se mi etichetti mi annulli
Per tutta la vita ho sempre cercato di rientrare in determinate categorie, esattamente, eliminando il superfluo, impegnandomi per poter riflettere un’esatta tipologia di persona, che appartiene ad una precisa categoria.
Ho sempre ritenuto necessario etichettarmi, magari anche semplice perché abitudine, ma mai facile.
Ma è davvero necessario? Per nulla, le etichette limitano e non permettono di essere liberi, tolgono la possibilità di essere chi si è veramente.
Nonostante ciò , nonostante ho sempre tentato di etichettarmi ed etichettare, mi sono sempre quasi sentita come se dovessi a tutti i costi far parte di qualcosa di più grande.
Eliminata la religione dalla mia vita (quasi involontariamente), non sapevo più quale fosse il mio personale posto nel mondo, perciò ho cambiato senza volerlo idee e priorità solamente per trovare questa “etichetta” che parlasse di me, una sorta di gruppo di appartenenza, ma nessuno faceva veramente per me.
Io sono quella che ha sempre dubbi su tutto, oppure sempre certezze, sono quella che si vergogna a parlare con le altre persone, eppure faccio amicizia sempre, sono quella che piange per tutto, ma quando arriva una scena triste di un film non verso una lacrima.
Sono quel tipo di persona che quando si tratta di spiegare ciò che prova non lo sa mai, oppure lo sa esattamente.
Ma le etichette non fanno per me, perché più mi sforzo di incollarmene addosso e più le sento sbagliate.
Le etichette sono un prezzo. Tutto ha un prezzo dicono. Tranne la Libertà di pensiero. Quella non si compra. Non ha prezzo. Nessuna etichetta.
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